Racconti di volo  e dintorni



Corso Acro & S.I.V.
settembre duemilasei, cinquesussèi
22 11 2006


[nei pressi di un certo atterraggio]



[praia, dal decollo]


"Hai vinto, ritenta!" sarebbe il caso di dire...
Non succede mai con i gratta e vinci, ma succede con i S.I.V. organizzati con Michael Nesler...

L'ultimo appuntamento con il gigante altoatesino era stato al Lago di Garda lo scorso ottobre, poi un ottimistico tentativo a Maratea durante il periodo natalizio, naufragato, è il caso di dirlo, sotto un torrente di pioggia, quindi nuova organizzazione per la terza settimana di settembre, dal 12 al 17 per concatenare un corso di acrobazia con un più classico S.I.V.

Maratea, una perla del sud, con il suo porticciolo, le sue case multicolori e, ciò che più ci interessa, il suo volo di 1200 metri sul mare.
Il primo giorno la meteo è buona, l'accoglienza sul posto un pò meno visto che qualcuno aveva deciso di rinnovare i fasti di una antica sbarra posta sulla via del decollo con un lucchetto nuovo di giornata, ma si sa, nel caldo meridione d'Italia così come possono nascere, i problemi si risolvono facilmente, diciamo in circa cinque minuti e con tante scuse (un sentito ringraziamento a tal proposito va al Comune di Rivello).
Sono circa le 14, siamo in decollo, la meteo è buona, dicevo.
Sì, davanti!...
Sul costone qualche chilometro più indietro, invece, una bella fila di congesti rumoreggiano brontoloni.
Nicholas, l'istruttore locale ci rassicura: "Capita spesso, ma non c'è problema, non avanzano mai"... Ed infatti cominciamo a decollare, prima Michael, poi Gudrun ed ancora Alessio.
"L'aria è calma, non c'è vento" assicurano, ed ecco che cominciano a partire gli allievi del corso per un volo di ambientamento: orecchie ed asimmetrica per gli allievi del S.I.V., spirale asimmetrica e stallo trattenuto per gli allievi acro.
Sono fuori tutti, la voce tranquilla, dalla pronuncia un pò bislacca di Michael sprona i piloti: "Cos'è quella, una chiusura? Sa fare così anche la mia nonna!"
I congesti dietro al decollo non avanzano, è vero, ma se ne comincia a formare uno proprio sopra, dall'aspetto niente affatto tranquillizzante, così decido di scendere in macchina, tanto domani saremo ancora qui.

13 settembre ore 9.30, siamo in decollo, è piena estate, cielo blu e sole che spacca: si vola!
Gli allievi del S.I.V. cominciano ad entrare nel vivo dell'addestramento con la gestione di chiusure asimmetriche più importanti, seguite da grosse chiusure frontali, mentre per noi il briefing è: SAT, spirale asimmetrica, stallo trattenuto con volo all'indietro, wing over oltre 90°.
In un volo di addestramento all'acrobazia (ma credo capiti anche agli allievi dei S.I.V.), la parte più sgradevole è il volo di trasferimento dal decollo alla zona dove andranno effettuate le configurazioni: la concentrazione è massima e la tensione si accumula, il tempo passa e si spreca quota preziosa... ma guai ad incontrare ascendenze, in dinamica la vela si muove e ciò è decisamente preoccupante, mentre in una termica decisa si potrebbe arrivare a lanciare l'emergenza! :)))
Non appena si raggiunge l'acqua e si affonda il primo comando però, tutto cambia, è come se una bolla di pace, calma e silenzio si formasse intorno a noi, ed il noto ménage a trois: "uomo-macchina-ambiente" si simmetrizza in un più basilare e catto-fondamentale rapporto "uomo-macchina". L'ambiente non esiste più, semplicemente non interessa.
Il nostro canale di base è indirizzato esclusivamente verso la perfetta gestione del mezzo, mentre l'ala, impressionata dai comandi del pilota, scarta imperiosa, scuote la testa, digrigna i denti, cercando di reimpossessarsi del suo, di volo: planato, tranquillo e sornione.
Ma non è ancora il momento cara, e la mano sinistra impugna e stringe le quattro bretelle "subito sotto alla carrucola" come dice Nesler ed il braccio si tende mentre il comando destro si abbassa rapidamente prima fino al petto "e poi ancora quindici centimetri": una brusca accelerazione, una violenta compressione (si raggiungono fino a 4 G), un leggero vento da dietro e la sensazione di assistere ad un film: è la SAT, un ambiente che chi ha vissuto vorrà frequentare ancora, e sempre.

Perfetto, ancora una volta, e si esce in spirale asimmetrica, una configurazione che tutti gli amanti dei wing over dovrebbero provare...

I sassi tondi della spiaggia di Acquafredda accolgono i nostri atterraggi, si va su di nuovo, questa volta con il Crossfire, la nuova vela acro progettata da Nesler per Wings of Change, la mia prossima ala.
Appena comincio di nuovo le manovre capisco subito cos'è ed a cosa serve un'ala da acrobazia ben realizzata: i ventitrèmetriquadri che ho sopra la testa sono velocissimi, pienissimi di aria in qualsiasi posizione ed assolutamente non ammortizzati su rollio e beccheggio.
La SAT è fulminea e lentissima (chi l'ha fatta sa di cosa parlo), lo stallo diventa un gioco da ragazzi che volendo si risolve in pochi metri, i wing over (intendo wing OVER!) non sono mai stati così semplici e veloci, il negativo è composto, ed anche i primi giri di elicottero...

Nel frattempo arriva Giacomo, in ritardo di due giorni, un pò frettoloso; è al suo secondo corso acro ed ha portato una vecchia vela freestyle, presa in prestito, piuttosto in male arnese, che tra l'altro conosce poco.
"Che vuoi fare in questo volo, Già?"
"Bah, vorrei fare le orecchie, qualche bella asimmetrica, una frontale, uno stallo, una spirale, un negativo, una SAT."
A me, personalmente, questa dichiarazione d'intenti ricordava un pò la storia di Totò e del paletò di Napoleone, quello della mozzarella su Miseria e Nobiltà.... ed infatti tutta quella roba in quella poca aria non c'è entrata e Giacomo ha potuto testare contemporaneamente l'efficienza del suo giubbetto automatico di salvataggio e la velocità del gommone del nostro amico Manuel (27 secondi dal contatto del pilota con l'acqua all'inizio del recupero!).
Veloce a lanciare l'emergenza comunque, bravo!
Per non farlo sentire solo ci facciamo tutti il bagno, ma con il costume non con la vela... mentre il Tirreno cristallino della località Acquafredda si impegna al massimo per non tener fede al proprio nome.

14 settembre, giovedì, l'Italia sta affogando sotto i temporali; ad Avellino, a poca distanza da Maratea, la gente gira in canotto per le strade, noi abbiamo velatura alta e 15 chilometri orari di vento da sud in decollo... davvero seccante dover decollare con il vento 10 gradi da sinistra :):):)
Per tutto il volo di trasferimento c'è una leggera ascendenza tanto che, orrore, scappando dritti verso l'acqua saliamo sopra al decollo... Resistendo eroicamente all'irrefrenabile impulso di tirare l'emergenza, ci accorgiamo che non tutti i mali vengono per cuocere ed arriviamo con una quota stratosferica sull'acqua.
Oggi tocca allo stallo dinamico: pendoloinavanti, pendoloallindietro, pendoloinavanti, giùtutto, evvìa in caduta libera, testa in giù (e piedi nei cordini, se non si sta più che attenti...), niente a che vedere con il solito stallo!
Si comincia così, ma lo scopo dell'esercizio sarà quello di entrare in stallo dall'uscita della spirale, per quello che mi riguarda sarà per la prossima volta.

15 - 16 settembre, l'Italia ha ormai indossato la ciambella con la papera e si è iscritta ad un corso di sub, ma mentre Maratea, seppure asciutta, è investita da un forte vento che rende critico l'involo, Praia a Mare sembra essere circondata da invisibili mura di cristallo ed i groppi le scorrono intorno a nord ed a sud mentre noi, tanto per cambiare, voliamo.
La quota del decollo di Praia è inferiore, si arriva sull'acqua con circa 400 metri sufficienti comunque per allenarsi e ripetere le configurazioni imparate durante i giorni precedenti.
Siccome l'adrenalina in circolo non basta, il nostro gruppo di navy seals, capitanati dall'indomito "bagnino trentino" (Michael Nesler) si produce nel salvataggio di un bagnante in difficoltà, completo di moglie incinta-piangente sulla spiaggia.
Il bagnino-trentino prova, come prima tecnica di salvataggio del malcapitato affogante, a prosciugare il Tirreno bevendolo tutto, ripiega quindi avendo già bevuto poco prima un litro e mezzo di coca cola, come seconda scelta sull'utilizzo di un pattino, riuscendo a condurlo con destrezza e sicurezza al naufragio.
In qualche modo comunque il nascituro avrà il suo papà.
A fine giornata tutti a fare bagno tranne Michael che pare averne avuto abbastanza.

17 settembre: a me che sono tutt'altro che filo-americano il 13 ha sempre portato fortuna.
In compenso essendo filo-napoletano la sfiga del 17 mi corre appresso con la mazzafionda ed infatti la mattina ci svegliamo con il cielo viola ed una nutrita schiera di trombe d'acqua in mare.
E' giorno di partenza, non c'è molta voglia di aspettare e così finisce a tarallucci e vino, o meglio a frittura di pesce e vino; di fatto verso le trè, quando forse qualcosina si potrebbe tentare, il pilotame è addormentato-alcolizzato.

Basta così per ora, cinquesussèi, tiè!
Il prossimo appuntamento è al Lago di Garda il 5 ottobre, sempre con Michael, sempre Acro-S.I.V.

Nel frattempo ho comprato il Crossfire.

Testo di:
Maurizio Savino
istruttore V.D.S.

Foto di:
Gudrun Öchsl
Maurizio Savino




[ciao ciao, sbarra...]



[vuoto, perfettamente attrezzato]



[briefing siv]



[michael raggiunge l'atterraggio...]



[atterraggio raggiunto, ohilalà!]



[si comincia: dario, stallo dei B]



[si prosegue: ghiacciolo, configurazione a fiore dopo un negativo trattenuto]



[calmo calmo in atterraggio...]



[eccoteli, tiè]



[crossfire e wing over]



[giacomo: stallo della semiala interna durante una SAT con successiva serie di configurazioni]



[una vecchia vela, praticamente sconosciuta dal pilota ed in cattivo stato]



[giacomo è bassissimo, qualche decina di metri, decide di lanciare, la pod dell'emergenza è fuori]



[il fascio del paracadute è disteso]



[la calotta si distende, la pod vola via]



[veloce verso l'acqua]



[la calotta inizia ad aprirsi]



[tutta aperta ad un pelo dall'acqua]



[il salvagente automatico -fondamentale- si apre]



[27 secondi ed il gommone d'appoggio arriva]



[manuel e giacomo, a riva]



["eh, ma che cazzo hai fatto?"]



[con le pinne, il fucile, e gli occhiali...]



[giacomo #2: "stavolta ci sto attento"...]



["dunque: questo blu è il mare, quella grigia con i sassi è la spiaggia."]



["bingo!!!"]



[gargamella: "a me nun me frega..."]



[mareggiata #1]



[mareggiata #2]



[mareggiata #3]



[mareggiata #4]



[mareggiata #5]



[mareggiata #6]



[il mezzo di salvataggio del bagnino-trentino]



[tanto poipassa e si vola, già si vede il sole...]



[...ed infatti si vola: alessio]



[igloo]



[arriveduar #1]



[arriveduar #2]



[arriveduar #3]



[arriveduar #4]



[arriveduar #5]